Ancora bombe in Turchia, morti e feriti

R.E.

Attentato nella regione
curda di Van, al confine con l’Iran. E’ il terzo attacco in una settimana

Due persone, tra cui un
poliziotto, sono state uccise ieri dall’esplosione di una bomba in un bar
all’aperto nella cittadina turca di Catak, nel Sud-est della Turchia. Altre 10
persone sono rimaste ferite. Secondo l’agenzia di stampa Anadolu, gli
inquirenti attribuiscono l’attentato al movimento separatista curdo del Pkk
(Partito dei lavoratori del Kurdistan)
.
Secondo le prime informazioni fornite dalle forze dell’ordine, l’ordigno, azionato
a distanza, è esploso in un bar all’aperto dove si beve tè e si gioca a
backgammon, frequentato da molti funzionari. I clienti avevano notato un pacco
sospetto e avvertito le forze dell’ordine. L’esplosione è avvenuta alle 9 di
sera (le 8 in Italia), quando la polizia era appena arrivata sul luogo. La tv
locale ha mostrato immagini dei medici che trasportavano i feriti insanguinati
in ospedale. Qui due di loro sono morti per le ferite riportate
nell’esplosione.
Catak, nella provincia di Van, al confine con l’Iran, è la quarta località
urbana del Paese colpita da attentati terroristici in una settimana. Lunedì 28
agosto un’altra bomba nella cittadina turistica di Antalya aveva fatto 3 morti,
tutti cittadini turchi, e oltre 30 feriti, tra cui 10 turisti britannici. Altre
esplosioni il giorno prima avevano colpito Marmaris e Istanbul.
Gli attentati erano stati rivendicati dai «Falchi per la libertà del
Kurdistan», una delle sigle con cui opera il Pkk, secondo Ankara. «La Turchia
non è un Paese sicuro, non venite in vacanza qui», avevano dichiarato i
«Falchi» in un comunicato
. La sigla è considerata da alcuni un paravento
del Pkk che avrebbe delegato ai Falchi azioni armate a Kusadasi, Istanbul,
Antalya, Adana e Manvgat tra il luglio 2005 e l’agosto 2006. Dai «Falchi» sono
stati rivendicati dall’inizio dell’anno altri dodici attentati in diversi
centri urbani del Paese, per un bilancio di sei morti e oltre cento feriti.
In totale sono almeno 37.000 le vittime della guerriglia dei separatisti
curdi cominciata nel 1984 nel Paese. Nell’ultimo anno le violenze si sono
moltiplicate, soprattutto nel Sud-est della Turchia, zona a maggioranza curda,
dove almeno 98 militanti del Pkk e 74 membri delle forze di sicurezza sono
morti
. Nella zona, tra venerdì notte e sabato sono avvenuti violenti
scontri tra i membri del partito Pkk e le forze di sicurezza. Quattro incidenti
sono costati la vita ad otto soldati turchi.
Il Pkk è ritenuto un’organizzazione terroristica dalla Turchia, l’Unione
Europea e gli Stati Uniti. La Turchia ha fatto pressioni sugli Stati Uniti,
chiedendo di neutralizzare i ribelli che si nascondono nel vicino Iraq.
Migliaia di membri del Pkk si sono insediati nel Kurdistan iracheno dal 1999,
dopo l’arresto da parte della Turchia del capo del movimento, Abdullah Ocalan,
che sta scontando l’ergastolo. La tregua dichiarata dal Pkk subito dopo
l’arresto del suo leader è cessata nel giugno 2004
.

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