E’ dai tempi di Minniti che la destra e la sinistra italiane tentano la carta dei lager fuori del territorio nazionale per “contenere” l’immigrazione.
In buona compagnia naturalmente. Lo fece Merkel nel 2016, foraggiando la Turchia e i suoi campi profughi per trattenere gli immigrati del Medio ed Estremo Oriente, prodotti dalle guerre “per la democrazia” dell’Occidente e anche l’Italia se ne è giovata. Ci ha provato il britannico Boris Johnson nel 1922 proponendo i lager in Burundi per gli immigrati entrati illegalmente in Gran Bretagna (nota 1).
L’Italia ha guardato alle sue colonie (o facsimili) più vicine (nota 2).
Minniti, ministro PD, varò nel febbraio 2017 l’infame Memorandum Italia-Libia grazie al quale finanziamo la Guardia Costiera libica, i suoi lager, ottenendo che vi siano riportati 20 mila disperarti all’anno. Meloni ha tentato il bis con la Tunisia, gestendo l’iniziativa con Von der Leyen, per ora con esito incerto, visto che l’autocrate tunisino alza continuamente il prezzo (nota 3).
Adesso, forse per spiazzare i due partner di governo, forse in funzione pre-elettorale (europee) tira fuori a sorpresa l’accordo con l’Albania. Già siglato.
Chi ascolta i talk show televisivi ha notato l’imbarazzo con cui la sinistra parlamentare e il populismo nostrano hanno criticato l’accordo. C’è una vistosa coda tra le gambe, visto che il primo a proporre lo schema è stato un suo uomo e i governi di sinistra non lo hanno mai contestato. Si affannano a dire che il progettato lager albanese non si farà, perché la costruzione è prevista dopo le elezioni europee. Qualcuno cita le perplessità europee e dell’Onu a proposito del Burundi. I più audaci e “materialisti” sostengono che sono provvedimenti che non funzionano.
E’ vero che non riescono a limitare l’immigrazione, perché le cause sono le guerre, la fame, i disastri climatici. Non servono nemmeno come deterrente, perché la disperazione di chi parte è tale che ci provano lo stesso. Servono però a moltiplicare l’inferno che sono le vite di chi passa il Mediterraneo o arriva dalla rotta balcanica.
Ma allora a cosa servono gli accordi con l’Albania, con la Turchia, con la Libia?
Corrispondono al bisogno di poter selezionare gli immigrati, tenendo quelli che servono, espellendo gli altri in barba alle leggi sui richiedenti asilo. Non solo. Sono, e sono stati, il corrispettivo internazionale dei centri di detenzione in Italia (CIE ai tempi di Minniti, adesso CPR). Entrambi servono per poter terrorizzare gli immigrati, affinché restino manodopera clandestina, ricattabile. Il padronato vuole poter scegliere chi prendere (meglio gli slavi istruiti che i subsahariani magari analfabeti).
E pensate che questo non incida sulla situazione di tutti i lavoratori italiani?
Il secondo obiettivo è abituare gli italiani a digerire qualsiasi schifezza (che non riguardi nell’immediato loro stessi), senza protestare, assorbendo la retorica del “siamo invasi”. Serve a farci diventare disumani. E purtroppo in questo Meloni e Salvini sono efficaci, se secondo recenti sondaggi il 57% degli italiani pensa che per l’immigrazione siamo in piena emergenza, anche se il 66% non crede che il governo ne verrà a capo. La sinistra parlamentare, abbiamo detto, non ha la coerenza necessaria per reagire davvero e fa l’interesse della destra anche elettoralmente perché la destra usa la lotta all’immigrazione come elemento propagandistico identificativo.
Ma in ultima analisi chi ci guadagna? E’ interessante sapere che Minniti oggi guida Med-Or la fondazione di Finmeccanica-Leonardo per il Medio ed Estremo Oriente. Lavora cioè per il campione nazionale della vendita di armi in ogni scenario di guerra, che si è ingrassato coi sovrapprofitti in Ucraina nell’ultimo anno e si appresta a migliorare le sue prestazioni con il conflitto di Gaza. E a produrre quindi profughi a go go. Finmeccanica, non ci stancheremo mai di dirlo, ha piazzato un suo uomo anche al Ministero della difesa, quel Crosetto che si sta facendo bello in tv con gli aiuti umanitari a Gaza. Questi sono gli uomini che ci vogliono convincere che è in atto un’invasione da parte degli immigrati e che loro hanno il rimedio giusto!
Ciò è particolarmente pernicioso se a crederlo sono i lavoratori, la nostra classe, coloro che sono l’obiettivo dell’attuale politica di “più cannoni meno burro”, che pagheranno il grosso dell’aumento delle spese militari, ad esempio le due fregate italiane che il governo italiano ha appena mandato nel Mediterraneo Orientale. Queste spese militari produrranno altri disgraziati che “assedieranno” l’Italia E CHE VERRANNO ADDITATI COME IL NEMICO NUMERO UNO DEI LAVORATORI ITALIANI?
Mentre il nemico è in casa nostra!
NOTE:
Nota 1: https://www.combat-coc.org/a-quali-uomini-affidiamo-la-difesa-della-liberta/
Il piano fatto proprio anche dal successore è stato bloccato dai tribunali inglesi. Il piano costerebbe 20 mila sterline a immigrato “trattenuto”, ma sarebbe un regalo gradito al governo autoritario del Burundi. Olierebbe certamente gli affari della Gran Bretagna nell’area e secondo i conservatori inglesi costerebbe meno del trattenimento in casa dei richiedenti asilo e della loro espulsione (https://www.huffingtonpost.it/rubriche/cose-dell-altro-mondo/2022/04/21/news/ruanda_migranti-9232849/)
Nota 2: Che la Libia sia una ex colonia italiana è noto. Non tutti sanno che a fine ottocento la Tunisia fu “soffiata” dalla Francia all’Italia, che in quel paese aveva molti immigrati e molti interessi economici. Quanto all’Albania, essa fu occupata dall’Italia durante la prima guerra mondiale, ma dichiarata indipendente nel 1920 dall’Onu. Un patto con re Zog nel 1928 permise all’Italia una profonda penetrazione economica in Albania (dove l’italiano divenne lingua obbligatoria). L’Albania era di fatto una colonia italiana. Nell’aprile del 1939 l’esercito italiano per ordine di Mussolini invase di nuovo l’Albania, come mossa “preventiva” anti-iugoslava. L’invasione causò quasi 30mila morti, decine di migliaia di persone deportate nei campi di concentramento, centinaia di villaggi distrutti. Per la Tunisia vedi cfr https://www.combat-coc.org/a-tunisi-ipocrisie-e-trattative-a-spese-di-lavoratori-e-immigrati/ e
https://www.combat-coc.org/?s=Meloni+Tunisia&x=0&y=0
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