All'ombra

Gfp     080303
All’ombra
Tesi:
●    La Germania sta lanciando un’offensiva nel rifornimento energetico europeo del S-O;
●    Ma, un risultato non voluto del tentativo del gruppo tedesco E.on di acquisire lo spagnolo Endesa è il progetto di un’alleanza dei paesi europei del S-O,
●    che si esprime nel progetto di Unione del Mediterraneo (UM), contrastata da Berlino, voluta da Roma, Madrid e Parigi.
●    Parigi, esclusa dall’Est Europa a predominio tedesco e azzoppata in Nord Africa dal Processo di Barcellona, vede nella UM un’alleanza difensiva.
●    Secondo la fondazione tedesca SWP la Francia sta cercando di emanciparsi almeno economicamente dal predominio tedesco:
o   Sarkozy sta cercando di salvare l’influenza francese in Nord Africa e nei Paesi arabi, con interventi nell’Africa subsahariana e in MO, per l’accesso alle fonti energetiche.
o   Sarkozy ha di recente dichiarato di voler rinegoziare gli accordi militari con i paesi africani, che sono stati finora un elemento centrale della sua politica africana. Dovrebbero essere chiuse anche le basi militari francesi …
●    La Germania con la sua proposta di una strategia UE per l’Africa sta invece cercando di limitare l’influenza della Francia nelle ex colonie, e con il rifiuto di partecipare alla missione UE in Chad di far fallire il tentativo francese di utilizzarla a proprio vantaggio.
– La politica di potenza di Sarkozy sarebbe accompagnata da crescenti contrasti all’interno del governo e dello stesso partito UMP, ma anche da difficoltà economiche:
o   È in atto uno scontro tra il consigliere del presidente Sarkozy, Henri Guaino, “sovranista” e architetto della UM, e il segretario di Stato per le questioni UE, Jean-Pierre Jouyet, eurofilo, favorevole a soddisfare le richieste tedesche e disposto a rinunciare alla UM.
o   La decisa opposizione tedesca alla UM dà fiato alle forze integrazioniste, mentre indebolisce quelle “sovraniste”, e la possibilità di un rafforzamento del partner di minoranza del nocciolo duro europeo.
o   Le riforme introdotte da Sarkozy sarebbero state dettate da gravi disfunzioni, l’industria francese fatica ad mantenersi competitiva (deficit nel commercio estero giunto a €38Md), un forte deficit nella previdenza sociale, la perdita di prestigio del sistema universitario.
●    La Germania contrasta gli sforzi francesi:
o   Non vuole l’Unione del Mediterraneo, non solo per non rafforzare la Francia, ma anche perché ha suoi interessi concreti in Nord Africa, Algeria e Libia, dove i gruppi tedeschi cercano di accedere direttamente alle fonti energetiche,
o   I rifornimenti energetici dal Nord Africa sono ancora in mano ai paesi europei del S-O, Francia, Italia e Spagna, mentre quelli dalla Russia vedono il predominio tedesco, i progetti per il Nabucco includono i gruppi tedeschi ed escludono quelli francesi.
o   Berlino, pur avendo per anni ha infranto essa stessa il Patto di Maastricht, si oppone a che la Francia superi nel 2008 il limite di deficit del 3%.
o   La forza dell’euro sul dollaro avvantaggia le imprese tedesche, mentre svantaggia quelle francesi e di altri paesi del S-O Europa; Berlino si oppone alla richiesta di modifica della politica monetaria UE che faciliterebbe una ripresa dell’economia francese, indebolendo l’egemonia tedesca.
– la Francia cercò di contrastare il rafforzamento della Germania già dai primi anni ’90,  quando il centro gravitazionale dell’Europa si è spostatoad Est, prevedendo che essa sarebbe stata la più avvantaggiata dall’allargamento ad Est della UE e dall’inclusione delle aree di suo interesse storico verso Est e Sud.
o   Mentre l’Italia riesce a mantenere la propria influenza in Romania e Croazia, le imprese francesi sono tagliate fuori.
o   I finanziamenti UE finiscono soprattutto in aree cruciali per la Germania: nel 2000-2006 sono stati stanziati circa €5Md per il Sud e €50Md per l’Est Europa (rilievo dell’ex ministro Esteri francese, Hervé de Charette)
o   De Charette: il Processo di Barcellona avrebbe dovuto impedire lo sbilanciamento verso Est, obiettivo non raggiunto.
o   Nonostante gli importanti sforzi di Francia, Italia e Spagna la cooperazione della UE nel suo insieme con i paesi del Mediterraneo è fallita, anche perché i paesi del’Est e del Nord Europa frenano le iniziative verso Sud.
– Il progetto di Unione del Mediterraneo prevede la partecipazione dei soli paesi del costieri, sul modello del Council of the Baltic Sea States (Consiglio dei Paesi del Baltico) fondato nel 1992 su iniziativa tedesca (ex ministro Esteri Hans-Dietrich Genscher) per promuovere gli interscambi economici dell’area.

Al Consiglio del Baltico i paesi non rivieraschi, tra cui la Francia, sono ammessi solo come osservatori; esso ha solide strutture e un segretariato, diretto da un tedesco; riceve finanziamenti dalla UE, e si occupa di temi strategici, come la politica energetica e la sicurezza nucleare.

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Im Schatten
03.03.2008
PARIS/BERLIN (Eigener Bericht) – Vor dem heutigen Treffen der deutschen Kanzlerin mit dem französischen Staatspräsidenten eskaliert der Streit um die Pläne Paris’, Roms und Madrids für eine "Mittelmeerunion". Wie französische Außenpolitiker urteilen,
–   ist das Projekt nötig, um eine Verfestigung der bereits jetzt bestehenden Marginalisierung der südwesteuropäischen Staaten in der osterweiterten EU zu verhindern. Die Einschätzung deckt sich mit Analysen deutscher Regierungsberater, denen zufolge die hektischen Maßnahmen von Staatspräsident Sarkozy vor allem darauf zielen, Frankreich in wirtschaftlicher Hinsicht "zumindest ansatzweise" aus dem "Schatten des Exportweltmeisters Deutschland" zu lösen. Das verzweifelte Aufbäumen der Pariser Regierung, die ihren Einfluss in Nordafrika und den arabischen Staaten zu retten sucht, geht mit Einbrüchen in Subsahara-Afrika und beim Zugang zu den mittelöstlichen Energiequellen einher. Berlin registriert mit Genugtuung, dass Sarkozys machtpolitische Rettungsmanöver von wachsenden Unstimmigkeiten in der französischen Hauptstadt begleitet werden. Dort kämpft die Wirtschaft mit Schwierigkeiten, starke Kräfte raten zur Unterordnung unter deutsche Führung.
Defizite
Von den Pariser Unstimmigkeiten berichtet unter anderem die Stiftung Wissenschaft und Politik (SWP). Der SWP zufolge bilden schwerwiegende Missstände in Paris den Hintergrund der zahlreichen "Reformen", die Staatspräsident Nicolas Sarkozy seit seiner Amtsübernahme im vergangenen Sommer angestoßen hat.[1] So klafften etwa "in den Sozialkassen (…) Milliardenlöcher", auch das "ehemals von vielen Nichtfranzosen bewunderte Universitätswesen" habe "international an Reputation eingebüßt". Insbesondere die Wirtschaft sei betroffen: "Die französische Industrie hat Schwierigkeiten mit ihrer Wettbewerbsfähigkeit, was sich unter anderem an einem auf 38 Milliarden Euro angewachsenen Außenhandelsdefizit ablesen lässt." Wie die SWP urteilt, setzt Sarkozy nach einer gewissen Stagnation unter seinem Amtsvorgänger Chirac nun darauf, "das Land zumindest ansatzweise aus dem Schatten des Exportweltmeisters Deutschland" herauszulösen. Die Bemühungen werden von Berlin blockiert.
Finanzfragen
–   Dies betrifft längst nicht nur die sogenannte Mittelmeerunion. Wie die SWP beobachtet, nimmt es Sarkozy für seine "Reformen" in Kauf, "dass die Neuverschuldung Frankreichs 2008 die Drei-Prozent-Obergrenze des Stabilitäts- und Wachstumspakts überschreiten könnte".[2]
–   Die Bundesregierung hat das mehrere Jahre lang unter Bruch europäischer Übereinkünfte selbst getan, will Frankreich jetzt jedoch daran hindern. Das ist eine der Ursachen für die Pariser Absage eines kürzlich geplanten Finanzministertreffens, auf die Berlin mit demonstrativer Empörung reagiert.
–   Eine zweite Ursache liegt im anhaltenden Streit um den Wechselkurs des Euro. Dessen Stärke nutzt vor allem deutschen Unternehmen, während sie für Firmen aus Frankreich und anderen Staaten Südwesteuropas nachteilige Folgen bringt (german-foreign-policy.com berichtete [3]).
–   Die französische Forderung, die Währungspolitik zu ändern, um der eigenen Wirtschaft einen Wiederaufstieg zu ermöglichen und die klare deutsche Hegemonie zu schwächen, stößt in der deutschen Hauptstadt auf Ablehnung.
Fünf versus 50
–   Dasselbe gilt für die "Mittelmeerunion".
–   Paris will seine traditionelle nordafrikanische Einflusssphäre enger als bisher an die EU anbinden und damit nicht zuletzt französischen Unternehmen neue Vorteile aus ihrem herkömmlichen "Hinterhof" verschaffen. Entsprechende Überlegungen sind keineswegs neu. Bereits zu Beginn der 1990er Jahre hatte Frankreich nach Möglichkeiten gesucht, dem bevorstehenden Machtgewinn der Bundesrepublik etwas entgegenzusetzen:
–   Schließlich war schon damals abzusehen, dass die Osterweiterung der EU und die Absorbierung der traditionellen Interessengebiete deutscher Ost- und Südostexpansion vor allem Berlin nutzen würde. Dies ist tatsächlich eingetreten.
–   Der Wirtschaftseinfluss Deutschlands in den Ländern Ost- und Südosteuropas dominiert, während allenfalls Italien in ausgewählten Staaten (Rumänien, Kroatien) mithalten kann; französische Firmen sind in toto weit abgeschlagen (german-foreign-policy.com berichtete [4]).
–   Brüsseler Gelder fließen vor allem in deutsche Schwerpunktregionen: "Zwischen 2000 und 2006 hat die EU rund fünf Milliarden Euro für den Süden bereitgestellt und 50 Milliarden für den Osten", hebt der ehemalige französische Außenminister Hervé de Charette hervor.[5]
Nach Osten verschoben
Wie Hervé de Charette in Erinnerung ruft, sollte der 1995 gestartete "Barcelona-Prozess" die einseitige Ostorientierung verhindern – ohne Erfolg.
–   Trotz intensiver Bemühungen Frankreichs, Italiens und Spaniens gilt die Kooperation der gesamten EU mit den Mittelmeeranrainerstaaten inzwischen als gescheitert, unter anderem weil mittel- und nordeuropäische Staaten südliche Aktivitäten bremsen.
–   "Das Gravitationszentrum Europas hat sich seit Beginn der 1990er Jahre nach Osten verschoben", resümiert Hervé de Charette: "Die Länder, für die das Mittelmeergebiet eine strategische Frage ist, sind seit der EU-Erweiterung stark in der Minderheit".[6] Paris, vom deutsch dominierten Osten abgeschnitten und durch den "Barcelona-Prozess" in Nordafrika gelähmt, sucht nach Abhilfe. Aktuelles Resultat sind Pläne für eine "Mittelmeerunion" ohne die bislang wenig interessierten Nicht-Anrainerstaaten; Italien und Spanien beteiligen sich daran.
Das deutsche Vorbild
–   Das von Paris anvisierte Format, das eine exklusive Teilnahme der Mittelmeer-Anrainerstaaten vorsieht, entspricht einem gleichgerichteten deutschen Interessenprojekt: Dem Ostseerat (Council of the Baltic Sea States). Der Zusammenschluss sämtlicher Ostsee-Anrainerstaaten wurde 1992 auf maßgebliche Initiative des deutschen Außenministers Hans-Dietrich Genscher gegründet und soll den wirtschaftlichen Austausch in den nordöstlichen EU-Gewässern befördern.
–   Die Nicht-Anrainerstaaten, darunter auch Frankreich, besitzen nur Beobachterstatus. Der Ostseerat verfügt über feste Strukturen und ein institutionalisiertes Sekretariat (Sitz: Stockholm), das von einer deutschen Politikerin geleitet wird. Er erhält Mittel aus dem Haushalt der EU und bearbeitet strategisch wichtige Themenfelder, darunter Energiepolitik und Nuklearsicherheit. Im Großen und Ganzen gleicht er dem französisch-italienisch-spanischen Vorhaben für das Mittelmeer, das Berlin um jeden Preis verhindern will.
Abwehrbündnis
–   Hintergrund ist nicht nur das deutsche Bemühen, ein Erstarken des französischen Rivalen zu verhindern. Berlin verfolgt konkrete eigene Interessen in den nordafrikanischen Ressourcengebieten, unter anderem in Algerien und Libyen. Dort bemühen sich deutsche Energiekonzerne um einen eigenen unmittelbaren Zugang zu den Energiequellen.[7]
–   Während die strategische Rohstoffversorgung aus Russland inzwischen dominierendem deutschem Einfluss unterliegt [8] und aktuelle Pipelineplanungen in Richtung Mittlerer Osten ("Nabucco" [9]) deutsche Energiekonzerne ein-, französische jedoch ausschließen, befinden sich die Lieferungen aus Nordafrika noch in südwesteuropäischer Hand (Frankreich, Italien, Spanien).
–   Heftige deutsche Offensiven richten sich auf die gesamte Energieversorgung Südwesteuropas, habenaber mit dem Versuch des deutschen Eon-Konzerns, den bedeutendsten spanischen Energiekonzern Endesa zu übernehmen, ungewollt die Entstehung eines südwesteuropäischen Abwehrbündnisses hervorgerufen (german-foreign-policy.com berichtete [10]). Es findet nun seine Entsprechung in den französisch-italienisch-spanischen Plänen für die "Mittelmeerunion".
Einbrüche
–   Der Entscheidung im Einflusskampf um Nordafrika kommt umso größere Bedeutung zu, als Paris vor Einbrüchen in Subsahara-Afrika steht. In der vergangenen Woche hat Staatspräsident Sarkozy mitgeteilt, er werde sämtliche Militärabkommen mit afrikanischen Staaten neu verhandeln; sie galten bislang als ein zentrales Element der französischen Einflusspolitik.
–   Auch sollen Militärstützpunkte Frankreichs auf dem afrikanischen Kontinent aufgelöst werden – eine Maßnahme, die schon seit Jahren im Gespräch ist und nun offensichtlich nicht länger hinausgezögert werden kann.[11]
–   Zugleich arbeitet Berlin mit seinem Einsatz für die EU-Afrika-Strategie daran, den Einfluss Frankreichs in seinem traditionellen "Hinterhof" weiter einzuschränken.[12] Der Pariser Versuch, die EU mit deren Einsatz im Tschad nicht im deutschen, sondern in seinem Sinne zu nutzen, droht zu scheitern – nicht zuletzt an der Weigerung der Bundesrepublik, sich zu beteiligen.[13]
Abstürzend
Wie die Berliner SWP vermerkt, ist Sarkozys Stellung durch "abstürzende Umfragewerte, verschlechterte Wachstumsprognosen und die inzwischen offene Kritik an seinem Vorgehen und seiner Person" auch innerhalb Frankreichs stark geschwächt.
–   "Die Spannungen innerhalb der Regierung und der Mehrheitspartei UMP" seien ebenfalls "offensichtlich".[14] Die Äußerung bezieht sich unter anderem auf Streitigkeiten zwischen dem Präsidentenberater Henri Guaino, der als Souveränist und Architekt der "Mittelmeerunion"-Pläne gilt, und dem Staatssekretär für EU-Fragen Jean-Pierre Jouyet, der als "europhil" bezeichnet wird.[15] Jouyet will sich deutschen Forderungen beugen und auf die "Mittelmeerunion" verzichten. Die hartnäckige Blockade der Bundesregierung in dieser Frage verschärft die Widersprüche in Paris, schwächt EU-kritische Souveränisten wie Guaino und stärkt eingliederungsbereite Kräfte. Damit schwinden die Aussichten auf einen Machtzuwachs des kerneuropäischen Juniorpartners, der die deutsche Hegemonie einschränken könnte.
[1], [2] Daniela Schwarzer: Krisenstimmung in Paris; SWP-Aktuell 18, Februar 2008
[3] s. dazu Ganz vorn dabei
[4] s. dazu Europa machen! und Gemeinsame Interessen
[5], [6] Hervé de Charette: Sauvons l’Union[e] méditerranéenne; Le Monde 29.02.2008. S. auch Fehleinschätzung
[7] s. dazu Verstoß gegen das Völkerrecht, Afrikanische Positionen (I), Streit um Öl und Tragende Säule
[8] s. dazu Erdgasgürtel, Energiekraken, 4.500 Kilometer um Berlin und Von Spanien bis Sibirien
[9] s. dazu Nabucco und Rollenspiel
[10] s. dazu Sehnsucht nach Spanien
[11] Sarkozy: Frankreich ist nicht mehr der Gendarm Afrikas; Frankfurter Allgemeine Zeitung 29.02.2008. S. auch Offensive in Afrika
[12] s. dazu Schrumpfende Spielräume
[13] s. dazu Hegemonialkonkurrenten, Schrumpfende Spielräume und Militär für Afrika (II)
[14] Daniela Schwarzer: Krisenstimmung in Paris; SWP-Aktuell 18, Februar 2008
[15] Frankreich: Die bösen Souffleure des Präsidenten; Die Presse 29.02.2008

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