Arrestati dirigenti nazionali del SI Cobas: un nuovo, pesantissimo attacco repressivo contro il sindacato di classe e le lotte dei lavoratori

Pubblichiamo il comunicato rilasciato oggi (martedì 19 luglio 2022) dal SI Cobas sull’ultima azione repressiva dello stato contro il sindacato di base.

All’alba di stamattina, su mandato della procura di Piacenza, la polizia ha messo agli arresti domiciliari il coordinatore nazionale del SI Cobas Aldo Milani e tre dirigenti del sindacato piacentino: Mohamed Arafat, Carlo Pallavicini e Bruno Scagnelli.

Le accuse sono di associazione a delinquere per violenza privata, resistenza a pubblico ufficiale, sabotaggio e interruzione di pubblico servizio. Tale castello accusatorio sarebbe scaturito dagli scioperi condotti nei magazzini della logistica di Piacenza dal 2014 al 2021: secondo la procura tali scioperi sarebbero stati attuati con motivazioni pretestuose e con intenti “estorsivi”, al fine di ottenere per i lavoratori condizioni di miglior favore rispetto a quanto previsto dal contratto nazionale…

Sul banco degli imputati figurano tutte le principali lotte e mobilitazioni condotte in questi anni: GLS, Amazon, FedEx-TNT, ecc.

È evidente che ci troviamo di fronte all’offensiva finale da parte di stato e padroni contro lo straordinario ciclo di lotte che ha visto protagonisti decine di migliaia di lavoratori che in tutta Italia si sono ribellati al caporalato e condizioni di sfruttamento brutale.

È altrettanto evidente il legame tra questo teorema repressivo e il colpo di mano parlamentare messo in atto pochi giorni fa dal governo Draghi su mandato di Assologistica, con la modifica dell’articolo 1677 del codice civile tesa a ad eliminare la responsabilità in solido delle committenze per i furti di salario operati dalle cooperative e dalle ditte fornitrici.

Ci troviamo di fronte a un attacco politico su larga scala contro il diritto di sciopero e soprattutto teso a mettere nei fatti fuori legge la contrattazione di secondo livello, quindi ad eliminare definitivamente il sindacato di classe e conflittuale dai luoghi di lavoro.

Come da noi sostenuto in più occasione, l’avanzare della crisi e i venti di guerra si traducono in un’offensiva sempre più stringente contro i proletari e in particolare contro le avanguardie di lotta.

Contro questa ennesima provocazione poliziesca, governativa e padronale il SI Cobas e i lavoratori combattivi, al di là delle sigle di appartenenza, sapranno ancora una volta rispondere in maniera compatta, decisa e tempestiva.

Invitiamo sin da ora i lavoratori e tutti i solidali a contattare i rispettivi coordinamenti provinciali per concordare le iniziative da intraprendere.

Seguiranno aggiornamenti.

Le lotte contro lo sfruttamento non si processano.

La vera associazione a delinquere sono stato e padroni.

ALDO, ARAFAT, CARLO E BRUNO: LIBERI SUBITO!

SI cobas nazionale

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SCIOPERO GENERALE NAZIONALE DA STASERA

FERMIAMO L’OFFENSIVA REPRESSIVA

CONTRO IL SINDACALISMO CONFLITTUALE.

ORE 12,00: CONFERENZA STAMPA FUORI ALLA QUESTURA DI PIACENZA

Col passare delle ore va delineandosi in maniera sempre più chiara il teorema accusatorio che è alla base delle misure cautelari emesse stanotte dalla procura di Piacenza.

Abbiamo da poco appreso che oltre all’arresto di Aldo, Arafat, Carlo e Bruno, sono stati coinvolti nell’inchiesta anche quattro esponenti nazionali e locali di Usb.

Questa operazione ha l’obbiettivo di infangare e screditare il sindacalismo conflittuale nel suo insieme, strumentalizzando singoli episodi, del tutto fisiologici, di dialettica interna tra i lavoratori di diversa appartenenza di sigla all’interno di singoli magazzini, travisando volutamente i fatti, i termini e i contenuti di alcune dure vertenze sul territorio piacentino allo scopo di presentare le lotte contro lo sfruttamento e i salari da fame come una sorta di “faida” tra sindacati per accaparrarsi qualche iscritto in più.

Ma i fatti hanno la testa dura: quelle lotte che la Procura vuole criminalizzare hanno portato in centinaia di aziende e magazzini a un miglioramento delle condizioni di vita e salariali dei lavoratori, e al superamento di quel sistema del caporalato in cui hanno da sempre sguazzato finte cooperative spesso legate alla criminalità organizzata e che, con la complicità dei sindacati confederali, si è allargato e alimentato come un cancro proprio grazie alla compiacenza e all’omertà di quelle stesse Istituzioni e di quelle stesse procure che oggi si accaniscono contro il SI Cobas e l’Usb.

Si tratta di uno schema, oramai consolidato, di “giustizia” politica ad orologeria, laddove la Procura di Piacenza obbedisce ai richiami del governo Draghi che solo pochi giorni fa, attraverso un colpo di mano parlamentare, ha garantito alle grandi multinazionali della logistica l’immunità totale per tutti i furti compiuti dai loro fornitori sulle buste-paga dei drivers e ha nei fatti eliminato la tutela del posto di lavoro in caso di cambio-appalto.

Di fronte alla sfacciata ipocrisia della giustizia dei padroni, il SI Cobas indirà a breve una mobilitazione con effetto immediato dentro e fuori i luoghi di lavoro.

Per questo, diamo appuntamento ai giornalisti e a tutti i solidali alle ore 12,00 fuori alla Questura di Piacenza, in viale Malta 10/c, per una conferenza stampa sui fatti di queste ore e per comunicare i prossimi appuntamenti di lotta.

SI Cobas nazionale

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INDICAZIONI GENERALI A SEGUITO DEGLI ARRESTI

Nel frattempo i lavoratori di Piacenza già usciti dai magazzini sono in agitazione.

1) Sciopero generale da questa notte fino a domani in tutte le categorie. In questi minuti manderemo l’indizione generale. Anche Usb, AdlCobas ed altri la stanno indicando.

2) Nella mattinata di domani, o quando possibile, fuori a tutte le Prefetture presidi e mobilitazioni cittadine.

3) Sabato manifestazione nazionale a Piacenza.

In queste ore verrà convocata la conferenza stampa alle 12:00 fuori la Procura di Piacenza ed anche domani, a seguito anche di una lettura più approfondita delle carte.

A livello provinciale e nazionale si proverà ad allargare quanto più possibile il coordinamento e collegamento non solo con gli altri accusati, quindi USB, ma a tutte le realtà politiche, sociali e di movimento.

RIBALTIAMO LA REPRESSIONE
MOBILITAZIONE GENERALE

SI Cobas nazionale

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