Nella lunga estate calda, i soldati ucraini e russi hanno battuto il record di diserzioni – Gruppo anarchico Assembly Kharkov

Dal sito Il Rovescio riprendiamo questo interessante documento del gruppo anarchico “Assembly” di Kharkov. La sua importanza sta innanzitutto nel fatto che “buca” in modo essenziale e del tutto privo di retorica la menzognera cappa di ferro entro cui l’“informazione” ufficiale racchiude la narrazione della guerra fra NATO e Russia sul suolo ucraino. Una propaganda che, a seconda del fronte da cui proviene – qui in Italia ed Europa siamo martellati senza sosta da quella occidentale – ci parla dell’”eroica resistenza” dei soldati ucraini per difendere la loro patria invasa o, nell’avverso schieramento, dell’impegno dei militari russi per “liberare”, se non tutta l’Ucraina, almeno la sua parte orientale dai “nazisti di Kiev”.

Il resoconto che possiamo leggere nel documento sbugiarda questa lettura, dando conto del fenomeno della diserzione che ha raggiunto, in modo speciale in Ucraina, dimensioni ragguardevoli che smentiscono la retorica bellicista e rompono il muro del silenzio steso da stati maggiori, governi e informazione mainstream.

Anche lo sfondamento a Kursk, dopo il crollo delle difese nel Donetsk, ha ravvivato il patriottismo ucraino in modo limitato, distraendo solo momentaneamente la popolazione dall’operato degli odiati TCR, incaricati di catturare per strada le persone da deportare al fronte.

Il testo sottolinea altre non meno importanti circostanze. Fra tutte, quella che potrebbe sembrare un’anomalia, se non rispondesse appieno alla logica della guerra imperialista. Ci riferiamo al fatto che, mentre entrambi gli schieramenti in guerra rilanciano senza sosta la demonizzazione dell’avversario, funzionale al reclutamento dei proletari affinché si facciano massacrare al fronte, gli affari fra la stessa Ucraina e la Russia continuano, a beneficio delle “élite” di entrambi gli Stati (l’esempio citato, molto calzante, è la collaborazione russo-ucraina per mantenere in funzione la stazione del gas di Sudzha).

Difesa della patria, lotta all’invasore, liberazione dei territori, sono solo propaganda di guerra per spingere i proletari dei due fronti a scannarsi per gli interessi delle rispettive borghesie, non certo per conquistare migliori condizioni di vita. Che interesse hanno i proletari ucraini a morire per poter essere sfruttati da un capitalista ucraino anziché russo, e viceversa? “I regimi fraterni della Federazione Russa e dell’Ucraina usano i propri schiavi, guadagnano insieme, sono molto amici dei reciproci organismi e si accordano facilmente su tutto ciò che produce guadagno” , sintetizza efficacemente il documento.” O anche “Dopo Sudzha, solo i ritardati mentali vorranno partecipare volontariamente a questa guerra. O coloro che soffrono di gravi forme di patriottismo, che è la stessa cosa”.

Il documento del gruppo anarchico di Kharkov, ovviamente, dà conto delle diserzioni crescenti, ma non affronta la questione di fondo, cioè che la risposta proletaria vincente al massacro imperialista non può essere la diserzione individuale, il “chiamarsi fuori” dalla guerra, ma l’azione cosciente e organizzata per rovesciare i governi della borghesia, trasformando la guerra imperialista in guerra civile. Tuttavia, in esso si riconosce che il problema esiste: “la semplice disobbedienza non è sufficiente”, si dice, anche se lo riferisce alla necessità di passare dal rifiuto di obbedire agli ordini alla necessità di disertare. Inoltre, se è vero che la lotta alla guerra deve svilupparsi come fraternizzazione fra i soldati russi e ucraini e come sforzo consapevole per rivolgere le armi contro i propri governi, è altrettanto vero che tale sviluppo richiede, oltre alla costruzione di un partito rivoluzionario all’altezza di questo compito gigantesco, un rifiuto crescente fra le masse degli orrori della guerra, dei massacri, ecc.

La diserzione, la fuga dal mattatoio bellico, la “semplice” lotta per sopravvivere, sono comunque la base senza la quale nessuna lotta più ampia e organizzata potrà avere luogo. Ricordiamo che anche nella Russia del ’17, fra l’inizio della guerra e i primi fenomeni di diserzione organizzata, e poi di disfattismo rivoluzionario, passò non poco tempo.

L’accelerazione in Europa della militarizzazione della vita sociale, il coinvolgimento sempre maggiore nel conflitto, il rafforzamento dell’economia di guerra sono tutte circostanze che pongono anche qui i problemi di cui tratta il documento che presentiamo di seguito. (Red.)

Riceviamo e diffondiamo questo importante contributo del gruppo anarchico “Assembly” di Kharkov, ringraziando chi ce lo invia per il prezioso lavoro di traduzione.

L’opuscolo documenta una serie di episodi di fuga, diserzione, rifiuto di combattere e sabotaggi che si sono susseguiti su entrambi i fronti, lungo tutta l’estate. L’incursione di Kursk, dal lato ucraino, è stata accolta con un grande afflato patriottico che non ha però inciso sulla effettiva volontà degli ucraini di diventare carne da cannone. Dal lato russo, invece, la volontà di non spostare forze dal Donbass ha significato il reclutamento di massa di coscritti anche giovanissimi, manovra che ha provocato crepe significative anche nella compattezza del fronte russo. La forsennata ricerca di materiale umano ha addirittura costretto il governo ucraino a un’inversione di marcia quasi schizofrenica: visto il fallimento del modello repressivo nel riempire i ranghi, la nuova legge del 21 agosto ci prova con le buone: i disertori possono essere reintegrati nella stessa unità da cui sono fuggiti con il consenso del comandante senza alcuna punizione. Come notano i compagni ucraini, questa mossa potrebbe avere effetti indesiderati, moltiplicando la fuga dei militari e portando al crollo dell’esercito.

Sull’onda di quanto già proposto da questi compagni in un precedente contributo, auguriamo che questo testo possa essere un ulteriore sprone affinché il sostegno alla diserzione acquisti concretezza anche alle nostre latitudini.  

lalungaestatecalda_pdf