Scio-però ….

11 marzo – 15 aprile – 6 maggio……

La moltiplicazione degli scioperi e dei sindacati.

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Scio-però,

si poteva fare prima, magari quando ancora il contratto nazionale non era stato abolito, quando il referendum a Mirafiori non era stato perso, quando la riforma Gelmini non era stata approvata, quando il governo Berlusconi non aveva avuto la fiducia.

 

Scio-però,

si poteva fare uniti, indetto da tutti i sindacati di base, senza sperare inutilmente nel vero sciopero C.G.I.L., per poi indirne due finti, per giunta uno ad un mese dall’altro.

 

Scio-però, intero, però, non mezzo, come quello della C.G.I.L., per giunta politico ed elettorale.

 

Scio-però,

si poteva farlo autoorganizzato sul serio, coinvolgendo sin dall’indizione tutto il movimento degli operai e degli studenti, senza far finta di essere per l’unita’dal basso, continuando a perpetrare dirigenze ed esecutivi piene di satrapi e vuote di lavoratori.

 

Così, ci ritroviamo con la FIOM che fa politica, la CGIL che fa lo sciopericchio a babbo morto mentre prepara il nuovo patto sociale, il sindacalismo di base che fa testimonianza in ordine sparso, il movimento degli studenti sciolto al primo sol della primavera, gli operai soli ad arrampicarsi sugli specchi, oltre che sui tetti.

Intanto, Berlusconi governa mentre il frantumato arcipelago dell’opposizione affida al giustizialismo le residue speranze di una sua resurrezione elettorale.

L’Italietta sembra impermeabile al vento di rivolta che squassa il mediterraneo, a dimostrare come sia possibile buttar giù i potenti con milioni di persone in strada, non con le chiacchiere.

 

E’ una lezione da assimilare, tagliando i ponti con i maneggioni politici e sindacali.

Di fronte alla morte della sinistra ed all’integrazione del sindacato di stato, gruppi di militanti stanno riaprendo la prospettiva dell’organizzazione autonoma di classe, l’unica possibilità per un riscatto vero, per la futura umanità.

 

C O M B A T

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