Il piano segreto Usa «Dividere l'Iraq in tre»

Ennio
Caretto

Regioni autonome per
curdi, sciiti e sunniti. «L’America non resterà all’infinito»

L’exit strategy preparata da
Baker per Bush

WASHINGTON — Una federazione di tre regioni autonome,
curda a nord, sunnita al centro e sciita a sud: questa la «exit strategy»
dall’Iraq che un Gruppo di studio bipartisan formato dal Congresso suggerirà al
presidente Bush dopo le elezioni parlamentari del 7 novembre. L’ha anticipata
ieri il Sunday Times e il Gruppo di studio non l’ha smentita
: il suo
copresidente, l’ex segretario di Stato James Baker, ha dichiarato alla tv che
«esiste un’alternativa», che non ha precisato, alle due soluzioni estreme, un
rapido ritiro delle truppe o la loro permanenza a tempo indeterminato in Iraq.
«Se ce ne andassimo adesso, la guerra civile si estenderebbe all’intero Medio
Oriente e al Golfo Persico», ha detto Baker. «Ma non possiamo rimanere
all’infinito. C’è una terza via».
Il Gruppo di studio bipartisan non sarebbe il primo a proporre la divisione
dell’Iraq in tre regioni autonome: il senatore democratico Joseph Biden la
consiglia dal 2005. Ma Baker ha più autorità: non è solo la voce di Bush senior
e dei repubblicani moderati, è anche l’esperto che nel 2000, ricorrendo alla
Corte suprema, fece vincere le elezioni all’attuale presidente
. «È colui
che toglie le castagne dal fuoco per il clan», come notò lo storico Arthur
Schlesinger.

Secondo il Sunday Times, nella federazione il governo di Bagdad manterrebbe
il controllo della politica estera, la difesa dei confini e la gestione del
petrolio. La federazione nascerebbe da una nuova Costituzione e verrebbe
sancita da una conferenza internazionale cui parteciperebbero anche la Siria e
l’Iran. Baker avrebbe già contattato Damasco e Teheran
. In Iraq il progetto
sarebbe appoggiato dai curdi, di fatto già autonomi, e dagli sciiti, ma
osteggiato dai sunniti.
Ha i suoi critici anche in America. Anthony Cordesman, uno dei massimi esperti
di Medio Oriente, teme che porterebbe a un bagno di sangue: «Il 53% degli
iracheni vive in 4 grandi città in cui si trovano le tre etnie e Bagdad
rischierebbe di spaccarsi in due, sciiti a est sunniti a ovest». Il «sì» di
Bush a Baker non è certo. Il presidente ha rinviato la risposta per non
alienare la base conservatrice alla vigilia del voto. Ma le stragi di civili in
Iraq e il continuo aumento dei caduti americani gli imporranno una decisione.

 

FEDERAZIONE Il governo centrale continuerebbe a
gestire la politica estera, la difesa e il petrolio

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