"Nordcorea, pronto il test atomico"

Alberto Flores D´Arcais

Allarme dell´intelligence Usa.
Bolton: "Reagiremo"
Secondo fonti cinesi l´esplosione avverrà 2mila metri sotto terra
Washington minaccia sanzioni e polemizza con Mosca e Pechino
Ieri scontro a fuoco tra militari delle due Coree lungo il 38° parallelo

NEW YORK – In Corea del Nord è tutto pronto per
il test nucleare: secondo l´intelligence americana potrebbe avvenire oggi,
domani o comunque in brevissimo tempo. A nulla sembra siano valse le
dichiarazioni del Consiglio di sicurezza dell´Onu, e molti segnali indicano che
il regime di Pyongyang non è disposto a piegarsi alle richieste della comunità
internazionale
.
Casa Bianca e Dipartimento di Stato seguono con attenzione quanto sta
accadendo. La Corea del Nord aveva preannunciato nei giorni scorsi un test
nucleare a breve per rispondere alla «minaccia degli Stati Uniti»; e oggi è l´8
ottobre, nono anniversario della autonomina di Kim Jong Il (figlio di quel Kim
Il Sung che per quarantasei anni guidò con pugno di ferro il paese comunista
asiatico) a capo del Partito dei lavoratori. Una data simbolica che si assomma
a un altro avvenimento anch´esso simbolico previsto per domani: il voto del
Consiglio di sicurezza per raccomandare la nomina a nuovo segretario generale
delle Nazioni Unite di Ban Kii Moon, ministro degli Esteri dell´odiata Corea
del sud, con cui Pyongyang è ancora formalmente in guerra.
Venerdì il Consiglio di sicurezza aveva espresso la sua «profonda
preoccupazione» per la minaccia nordcoreana, sostenendo in una dichiarazione
ufficiale che il previsto test nucleare «metterebbe a rischio la pace, la
stabilità e la sicurezza, nella regione e non solo». Dichiarazione arrivata al
termine di tre giorni durante i quali l´amministrazione Bush ha toccato con
mano la poca volontà da parte di alcuni membri (Cina in primo luogo, e Russia)
di imporre pesanti sanzioni alla Corea del Nord
. «A questo punto non penso
proprio ci sia una strategia di diplomazia preventiva», aveva commentato
l´ambasciatore americano all´Onu, John Bolton, ribadendo come Washington non
intenda lasciare senza risposta il test: «Il minimo richiesto era che la Corea
del Nord tornasse al tavolo delle trattative che ha boicottato per tredici mesi
consecutivi; non sembra disposta a farlo. Deve capire quanto sia forte il
desiderio degli Stati Uniti di impedire il test di un´arma nucleare. Nel caso
lo faccia, sappia che il giorno dopo ci sarà un mondo molto diverso».
Per tornare al tavolo negoziale Kim Jong Il aveva chiesto una cosa
impossibile, il ritiro delle truppe americane dalla Corea del Sud. Ora i
rapporti dell´intelligence Usa affermano che il test prima o poi verrà fatto;
poi starà alla Casa Bianca decidere come rispondere. Decisione complicata,
aggravata dal fatto che a un mese dal voto di medio termine Bush non può
rischiare – con la difficile situazione in Iraq e lo scandalo sessuale al
Congresso – che il «dossier Corea» diventi un´arma elettorale in mano ai
democratici
.
Secondo fonti cinesi l´esplosione nucleare dovrebbe avvenire a una
profondità di duemila metri, in una miniera di carbone abbandonata vicino ai
confini con la Cina
. Kim Jong Il avrebbe dato il via libera purché il test
«non scuota eccessivamente» il monte Paektu, una vetta nelle vicinanze
considerata sacra da molti coreani. Un altro indizio della possibilità di un
test imminente è stata la decisione di Pyongyang di far rientrare in patria Han
Song Ryol, numero due della delegazione della Corea del Nord all´Onu che aveva
il compito di trattare con gli Usa.
Nella zona di confine tra le due Coree, intanto, ieri è salita la tensione.
Lungo la «zona militare di demarcazione» che divide i due paesi, le guardie
sudcoreane hanno sparato colpi di avvertimento dopo che cinque soldati del nord
erano entrati per circa 30 metri nella zona
.

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