Nucleare, Ahmadinejad delude Annan

Paolo Salom

L’Iran respinge come «illegale» la risoluzione 1696 del
Consiglio di Sicurezza

Il leader iraniano: «Pronti a negoziati ma non
sospendiamo l’arricchimento dell’uranio»

L’IRAN rigetta la risoluzione ONU 1696 che chiede il
blocco del programma atomico, ma appoggia la risoluzione 1701 per la pace in
LIBANO e il rafforzamento dell’ “integrità territoriale libanese”.

Due giorni per sentirsi dire che nulla cambierà: l’Iran
prosegue sulla sua strada nucleare, pur non chiudendo del tutto le porte al
negoziato. Il segretario dell’Onu Kofi Annan, visibilmente innervosito, ha
lasciato Teheran — dove ieri mattina ha incontrato il presidente Mahmoud
Ahmadinejad — con un mezzo risultato che lascia le cose come stanno
. «Il
presidente iraniano mi ha ribadito che l’Iran è pronto a negoziati per
risolvere la disputa sul nucleare — ha detto Annan in una conferenza stampa
tenuta non con Ahmadinejad, ma con il ministro degli Esteri Manuchehr Mottaki
—. Ma mi ha confermato che non accetta una sospensione dell’arricchimento
(dell’uranio, ndr) prima dei negoziati».
Insomma, trattative sì, ma alle condizioni di Teheran: senza lo stop al
programma atomico
. Una posizione conflittuale con la risoluzione Onu
1696, che prevedeva la sospensione delle procedure di arricchimento entro il 31
agosto scorso (ieri Mottaki ha definito «illegale» l’ultimatum, accusando il
Consiglio di Sicurezza di avere adottato il documento «sotto le pressioni di
Usa e Gran Bretagna»): termine comunque respinto senza esitazioni dal regime.
Ma che avrà come conseguenza di accentuare le divisioni — e le tensioni — tra
Europa e Stati Uniti
.

L’altro giorno, l’Alto responsabile della politica estera dell’Ue, Javier
Solana, aveva già avvertito i partner occidentali che durante le trattative
«non si possono imporre sanzioni»
. Considerato che Russia e Cina non ne
vogliono proprio sentir parlare, non si capisce quali strumenti negoziali avrà
Washington per far passare in Consiglio la «linea dura» contro Teheran
,
anche se, sempre Solana, aveva preconizzato non più di «due settimane» di
ulteriori negoziati. Secondo la televisione di Stato iraniana, l’unica speranza
per un mutamento di rotta del regime risiede invece nella disponibilità degli
interlocutori occidentali a cambiare posizione. «Negli ultimi tre anni — ha
affermato Mahmoud Ahmadinejad — abbiamo perso molta fiducia nell’altra parte.
Ora spetta a loro (gli occidentali, ndr) cercare di ricostruire questa
fiducia». Durante la conferenza stampa congiunta con Kofi Annan, il ministro
degli Esteri Mottaki ha ribadito le parole del presidente: «Non siamo noi — ha
spiegato — quelli a cui spetta fare qualcosa».
Giustificato, a questo punto, il nervosismo di Kofi Annan, emerso
esplicitamente durante la conferenza stampa. Il segretario generale ha infatti
risposto stizzito a un giornalista iraniano che lo ha accusato di «non
difendere» il programma nucleare del Paese, nonostante nel suo ultimo rapporto
il direttore dell’Aiea, Mohammed ElBaradei, abbia ribadito che non vi sono
prove di una natura militare del programma. «Questa non è una domanda, ma
un’affermazione — ha detto Annan —. Passiamo alla prossima questione».
La lezione del «bastone e della carota», termini molto usati nelle ultime
settimane a proposito dell’atteggiamento della Comunità internazionale nei
confronti della Repubblica islamica, sembra invece essere stata ben appresa a
Teheran. Annan, incassato il netto rifiuto a proposito del programma nucleare,
ha ricevuto l’appoggio dei suoi interlocutori sul Libano
. Il segretario
generale ha infatti detto di aver ottenuto da Ahmadinejad l’assicurazione di
un «sostegno all’applicazione della risoluzione 1701» per la pacificazione del
Paese e il riconoscimento che «occorre fare di tutto per rafforzare l’integrità
territoriale libanese»
. Nessun cenno, tuttavia, all’embargo sulla
fornitura di armi alle milizie di Hezbollah, che l’Iran ufficialmente nega di
sponsorizzare
.


LE RICHIESTE DELL’ONU Il segretario delle Nazioni Unite Kofi Annan.
Durante la sua visita di due giorni a Teheran, Annan ha ribadito le richieste
della Comunità internazionale, elencate nella risoluzione 1696 approvata dal
Consiglio di Sicurezza il 31 luglio scorso: sospensione del processo di
arricchimento dell’uranio e apertura di trattative a garanzia dell’utilizzo
civile del nucleare. La risoluzione conteneva anche un ultimatum (31 agosto)
respinto dagli iraniani
LA RISPOSTA DELL’IRAN Il presidente Mahmoud Ahmadinejad. A Kofi Annan il
leader iraniano ha ribadito la posizione del suo Paese: no alla sospensione
dell’arricchimento dell’uranio, «diritto inalienabile della nazione iraniana».
Ahmadinejad ha accettato di negoziare con la comunità internazionale, ma senza
alcuno stop al programma atomico.

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