"Cittadinanza per gli immigrati"

CATERINA PASOLINI
Ecco il ddl del governo: basteranno 5 anni per diventare
italiani

Diritto di voto. Anche un
giuramento per i neoitaliani Stretta sui matrimoni misti
I bambini nati nel nostro Paese acquisiranno la nazionalità automaticamente
L´iniziativa di Amato mette l´Italia in linea con paesi come Inghilterra e
Francia

ROMA – Nascere, studiare o avere un lavoro in
Italia per anni e restare comunque stranieri. Per migliaia di bambini figli di
immigrati regolari e anche per i loro genitori è la realtà. Fatta di code per
ottenere ogni anno permessi, di difficoltà burocratiche a caccia di documenti
scolastici e medici, prove che testimoniassero il loro passato. Da ora in poi
tutto questo potrebbe cambiare, se passerà in Parlamento il disegno di legge
presentato dal ministro Amato e approvato ieri mattina dal consiglio dei
ministri.

LE NOVITA´Cinque anni di residenza, di permanenza regolare,
ininterrotta e per gli immigrati regolari sarà possibile chiedere di diventare
cittadini italiani. I loro figli minorenni, se nati nel nostro Paese,
diventeranno italiani automaticamente, gli altri dietro presentazione di
domanda da parte dei genitori
. Con questa previsione ci mettiamo in linea
con altri paesi europei visto che così già accade, con gli stessi tempi di
attesa, in Inghilterra e in Francia, mentre in Germania per la cittadinanza
bisogna aspettare otto anni
.
I MINORIFino ad ora i bambini nati nel nostro paese da
genitori stranieri potevano chiedere la cittadinanza solo al compimento del
18 anno
dimostrando di aver risieduto in Italia in maniera continuativa. Gli
adulti dovevano risiedere regolarmente in Italia per almeno dieci anni

prima di poter presentare la domanda.
MATRIMONIO – Il disegno di legge che «taglia» da dieci a cinque gli anni
di residenza in Italia il tempo necessario per chiedere la cittadinanza, si
occupa anche di chi diventerà italiano non solo per motivi di lavoro e
residenza ma anche per matrimonio, ed è la maggioranza delle domande
. Così,
con un occhio attento ad evitare i fin troppo frequenti sposalizi di interesse,
di chi cerca moglie o marito di comodo per diventare italiano, ci saranno
maggiori controlli. Tanto che per evitare «imbrogli» si è deciso di
«allungare» dai sei mesi attuali a due anni dal giorno delle nozze il tempo per
la concessione della cittadinanza
.
ESAME DI LINGUA E CULTURAIl disegno di legge approvato ieri
mattina prevede prima di concedere la cittadinanza – in linea con altri paesi
europei – anche un esame di lingua e cultura italiana
, non si sa ancora se
scritto o solo orale con quiz o interrogazioni. Servirà a verificare «la
realtà volontà e il reale stato di integrazione dell´aspirante italiano». E si
pensa già ad una vera e propria cerimonia solenne
, con tanto di giuramento
come si vede in tanti film americani, per sancire la «nascita» del nuovo
cittadino.
A CHI INTERESSA – Ma quante persone tocca il disegno di legge approvato
ieri dal consiglio dei ministri? Se gli immigrati regolari in Italia oggi
sono 2milioni 800mila e ogni anno nascono nel nostro paese più di 50mila
bambini figli di stranieri, secondo la Caritas quelli che potrebbero voler
presentare domanda si aggirano sulle 900mila unità, secondo la comunità di San
Egidio circa mezzo milione. Ma al ministero dell´Interno tagliano drasticamente
le cifre: si aspettano sulle 20mila domande l´anno. «Non tutti gli immigrati
sono interessati ad ottenere la cittadinanza»
, ripetono e portano a
conferma le domande accolte negli ultimi anni: quasi 12mila nel 2004, 30mila l´anno
successivo (18mila per matrimonio) mentre nei primi mesi del 2006 sono stati
adottati 13.887 provvedimenti. Erano stati 123mila tra il 91 e il 2004.
JUS SOLI E DOMICILII – Tutto più semplice e veloce, tempi più brevi per
avere il passaporto, per sentirsi ed essere cittadini italiani a tutti gli
effetti. Ma con quali basi legali? Al diritto di sangue, jus sanguinis,
motivo principale di cittadinanza sino ad oggi, e allo jus soli, il diritto ad
avere la cittadinanza del paese in cui si è nati, il nuovo disegno di legge ha
voluto affiancare anche lo jus domicilii, di chi è venuto alla luce dall´altra
parte del mondo ma in Italia vive e lavora regolarmente
.

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