Spagna, corteo anti Cpt Arrestati 19 italiani

NO-GLOBAL

Ma. Po.

Manifestanti da tutta Europa, una sessantina di fermi


Barcellona, azione contro il centro per
immigrati


MILANO – Diciannove
italiani sono in stato di fermo in Spagna da sabato. La polizia li ha arrestati
assieme ad altri 40 attivisti che protestavano contro la costruzione a Zona
Franca, area industriale nei pressi di Barcellona, di un «Centro de
internamiento extranjeros», l’equivalente di un Cpt
. La notizia è
confermata dalla Farnesina. Tra i fermati ci sono militanti del centro sociale
romano Esc, attivisti bolognesi e giovani veneziani (fra loro 5 ragazze) dei
centri sociali Rivolta e Morion. Da venerdì erano a Barcellona per la «Seconda
carovana per la libertà di movimento». La prima si tenne nel novembre 2005 a
Ceuta, dopo che i militari marocchini e spagnoli uccisero almeno 14 persone che
tentavano di raggiungere l’Europa.

Nel mirino dei militanti c’è la politica del governo Zapatero in materia di
immigrazione. O almeno la parte repressiva, visto che il governo di Madrid ha
appena presentato un «piano di integrazione» da 2.000 milioni di euro che
prevede interventi di aiuto alla scolarizzazione degli immigrati e al loro
ingresso nel mondo del lavoro, oltre all’ampliamento dell’elettorato attivo e
passivo alle consultazioni municipali
. «I sondaggi dicono che la
maggioranza degli spagnoli vorrebbe uguali diritti per tutti», ha spiegato il
ministro del Lavoro e degli Affari sociali Jesus Caldera. Ma i morti di Ceuta e
Melilla e la «questione-Cpt» restano macchie indelebili sull’operato del
governo, almeno agli occhi dell’ala movimentista spagnola. Che ora, per i fatti
di Barcellona, parla di detenzioni illegali e protesta per la durezza
dell’intervento della polizia. «Gli attivisti – dice un comunicato – hanno
occupato il centro in modo determinato ma pacifico, affiggendo striscioni e
cartelli contro la violazione dei diritti delle persone. Poi hanno proceduto
allo "smontaggio" del Cpt: gabbie, telecamere. L’intervento della
polizia, con cani e agenti in assetto antisommossa, è stato violento. Ne hanno
fatto le spese anche i giornalisti presenti». Il resoconto della polizia spiega
che «il personale di sicurezza del centro, visto il numero degli occupanti, per
evitare danni irreparabili ha preferito non usare le armi». Fra i fermati,
dicono le forze dell’ordine, «ci sono membri di okupa (gli squatter spagnoli ndr
), anarchici, estremisti». E i 19 italiani. Finiti al commissariato La
Verneda, che a Barcellona fa da Cpt in attesa che entri in funzione quello
assaltato.

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