Gabbie salariali, dialogo (con dubbio) tra Foa e Epifani

italia, lavoro,  sinistra

CORRIERE Sab. 1/4/2006  
Enrico Marro

«Mi battei per eliminarle, ora una riflessione». Il
leader Cgil: hai ragione, il costo della vita è diverso ma Sud senza servizi

Mentre GUGLIELMO EPIFANI chiede di rilanciare la
contrattazione territoriale, VITTORIO FOA riconsidera le gabbie salariali.


ROMA – Il dubbio di un grande vecchio come Vittorio Foa pesa di più.
Soprattutto per la Cgil della quale Foa, 95 anni, è stato un grande dirigente.
Il dubbio riguarda la parità salariale tra Nord e Sud. Foa lo ha
manifestato una prima volta nella conversazione con Guglielmo Epifani sui cento
anni della Cgil raccolta in un libro edito da Einaudi: «Vorrei toccare un tema
che mi è stato molto caro in passato e che mi crea qualche problema adesso»,
dice Foa al segretario generale della confederazione ricordando la
«battaglia molto dura» del sindacato che consentì, nel dopoguerra, di eliminare
le «gabbie salariali»
che prevedevano retribuzioni diverse secondo le aree
territoriali. «Se entro nel problema salariale – spiega Foa – è perché mi è
difficile comprendere come non si tenga conto di un costo della vita che varia
da zona a zona. L’identità dei salari rischia di essere solo nominale, di
fronte alla diversità reale del costo della vita»
. «Non c’è dubbio –
risponde il leader della Cgil – che ci sia una differenza nei prezzi di tanti
servizi, tra città e città, tra territorio e territorio, fra città e campagna».
Pensiamo «alle case, ai trasporti, alla spesa giornaliera». Solo che «questa è
una parte, non tutta la verità»
. Per esempio: «Una famiglia che viva in
una piccola città del Mezzogiorno, per far studiare un figlio fino alla laurea
oppure per ricorrere a cure mediche di una certa affidabilità e qualità, non ha
spesso l’esigenza di affrontare le spese di viaggio in una grande città del
Nord?»
. Per questo, secondo Epifani, bisogna rilanciare la
«contrattazione territoriale» volta allo sviluppo di beni e servizi
. Sul
tema, che aveva colpito
il
manifesto
quando
aveva recensito il libro, ieri è tornato Foa con una lettera allo stesso
quotidiano comunista: «Mi è sorto un dubbio: abbiamo dato la parità
salariale al Sud, ma non abbiamo dato la parità nei servizi essenziali
.
Forse abbiamo pensato, sia pure involontariamente, che egualizzare i salari ci
desse il permesso di essere meno attivi nel resto». Il dibattito, promette il manifesto, continuerà.

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