Primo calo dell´occupazione in 11 anni nel calcolo Istat gli atipici pesano meno

Italia, Lavoro

Rep Lu. Ci.

Emorragia in agricoltura e industria, soprattutto tra gli
autonomi, compensata solo in parte dai servizi

Il governo: non è una
diminuzione dei posti di lavoro ma delle unità di tempo pieno
Prima stima anche per gli occupati ufficiali: nel 2005 solo lo 0,2 per cento in
più

ROMA – Non era mai successo in undici anni. Anche se si
parla di Ula, ovvero unità di lavoro e non di occupati veri e propri, per la
prima volta dal 1994 la tendenza alla crescita si inverte
. E, secondo
dati in possesso di Repubblica, nemmeno il numero di occupati
"reali", aumenta ai ritmi degli anni scorsi visto che nel 2005
potrebbero salire solo dello 0,2%
.
Il caso Ula scoppia dopo che sul web e su alcune agenzie si inizia a parlare
di "calo dell´occupazione" di 102 mila unità. Nel giro di pochi
minuti l´Istat si "affretta" a correggere l´interpretazione
affidandosi ad un comunicato e precisa «che la diminuzione non riguarda i posti
di lavoro ma le unità di lavoro totali a tempo pieno che passano da 24.294.000
del 2004 a circa 24.192.000 del 2005» ovvero meno 102.000
.
Cosa sono, allora, queste fantomatiche "unità di lavoro"?
L´Istat spiega nel dettaglio che «le unità di lavoro a tempo pieno si
possono riferire al lavoro prestato da un occupato a tempo pieno, oppure alla
quantità di lavoro equivalente prestata da lavoratori a tempo parziale o da
lavoratori che svolgono un doppio lavoro, al netto della cassa integrazione»
.
In altre parole, l´Istat cerca di calcolare l´occupazione tenendo conto del
fatto che in realtà molti contratti non sono a tempo pieno e che quindi, nella
stima totale, si deve dar loro un peso minore di quello dei posti fissi
.
Questo significa riportare tutti i posti di lavoro (tipici e atipici) a unità
di lavoro standard di otto ore, o Etp: equivalenti tempo pieno.

Il centrodestra si affretta a smentire quanti considerano le stime Istat come
una fotografia dell´andamento occupazionale. Dal governo partono le bordate di
Maurizio Sacconi, sottosegretario al Welfare: «I posti di lavoro sono cresciuti
e cosa diversa sono le Ula che costituiscono un´astrazione per cui tutti i
lavori, anche quelli a tempo parziale, sono ricondotti a teoriche unità di otto
ore». Non meno duro l´intervento del vice ministro dell´Economia Mario
Baldassarri: «I commenti di D´Alema e Fassino – che attaccano il governo – sono
confusi: non si tratta di posti di lavoro fisici, non hanno nulla a che vedere
con gli occupati».
Ma il calo delle unità di lavoro è lì e segna nel 2005 il primo calo, dello
0,4%, dal 1994: al +1,3% delle unità di lavoro dipendenti si oppone un -4,5% di
quelle indipendenti. Forte la flessione registrata per l´occupazione
nell´agricoltura (-8%) e nell´industria (-1,6%), mentre tengono bene le
costruzioni (+2,3%) e i servizi (+0,3%). Anche la dinamica dei redditi segue le
crisi: solo un incremento dell´1,6% nell´industria contro il balzo del 5,2%
nelle attività dei servizi.

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