La CGIL: «Partiamo da Milano con accordi territoriali»

«Questa formula ci
consentirebbe di dare una risposta anche alle piccole imprese»

Contratti territoriali: Milano si candida a fare da
apripista. La proposta viene dalla Cisl: «Un’intesa locale tra le tre
confederazioni sul tema dei livelli contrattuali non potrebbe che favorire un
clima di convergenza e coesione positivo per la città. Perché no: Milano
potrebbe diventare teatro di una sperimentazione», auspica Fulvio Giacomassi,
segretario generale della Cisl milanese.
A livello nazionale la trattativa tra confederazioni sulla riforma
dell’accordo del ’93 è ferma al palo per la mancata apertura della Cgil. Ma a
Milano la Camera del Lavoro si mette in gioco. «Ormai è evidente che l’attuale
modello contrattuale ha bisogno di "manutenzione". I ritardi nel
rinnovo degli accordi non sono necessariamente ascrivibili a specifiche
responsabilità delle parti», constata il nuovo segretario generale, Onorio
Rosati. Il leader della Cgil locale ne fa una questione di metodo: «Una
volta chiusi i contratti ancora aperti, è necessario che Cgil, Cisl e Uil
trovino una posizione unitaria in materia. Poi si potrà aprire una trattativa
su due fronti: con il nuovo governo e con le imprese»
.
Rosati scende nel merito: «Per il futuro sono favorevole a una contrattazione
territoriale di categoria o di filiera. Le piccole imprese sono il 90 per cento
di quelle iscritte alla Camera di commercio. Questa formula ci consentirebbe di
dare anche a loro una risposta», chiarisce Rosati.
In queste ore il dibattito sui livelli contrattuali è tornato d’attualità per
l’ impasse registrata dall’accordo dei metalmeccanici. Ma proprio tra
le tute blu della Cgil l’apertura della Camera del lavoro trova fredda
accoglienza. «Chi parla di contratto territoriale prima di tutto ci spieghi di
che cosa si tratta. Detto così, vuol dire ben poco – taglia corto Maurizio
Zipponi
, segretario generale della Fiom di Milano -. Certo, qualcosa
bisogna cambiare. Io, per esempio, sarei favorevole a contratti nazionali
triennali, sia sulla parte normativa che su quella economica. E a un
accorpamento delle categorie».
Dubbi sulla contrattazione territoriale anche dalle tute blu della Cisl
.
«Chi si illude che gli accordi locali siano la bacchetta magica che permette di
uscire dall’attuale crisi rischia di sbagliarsi di grosso», teme Luigi Dedei,
segretario generale della Fim Cisl di Milano. Che conclude: «Il nostro
territorio rispecchia le contraddizioni del livello nazionale: grandi aziende
che hanno certi interessi, piccole che ne hanno altri. Il rischio è che si
fatichi comunque a sottoscrivere intese»
.

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