
È del 9 marzo la notizia che i soldati italiani aumenteranno di 40.000 unità.
Tra finte smentite e vere anticipazioni, il militarismo tricolore fa un altro passo avanti su cui non possono esserci dubbi. Il ministro della guerra Crosetto, già firmatario con Piantedosi e Nordio del ddl ex 1660, un provvedimento da stato di polizia, si appresta a potenziare le Forze Armate del “nostro” Stato imperialista affinché siano più rispondenti alle necessità del capitalismo italiano.
Parliamo di “difesa”, manco a dirlo! Difesa degli interessi dei grandi monopoli industriali e finanziari tricolori. Difesa dello “spazio vitale” del “nostro” capitale nei Balcani, in Libia e ovunque vi siano risorse da depredare e masse di sfruttati da torchiare a dovere. Difesa della attiva, volonterosa collaborazione nel genocidio dei Palestinesi ad opera del regime sionista. Difesa del diritto di sedersi al tavolo della pace del conflitto NATO-Russia per partecipare alla divisione delle spoglie dell’Ucraina. Difesa, insomma, dei sacri interessi della Patria, come recita l’articolo 52 della Costituzione.
Per fare tutto ciò, tanto più nell’attuale terremoto delle relazioni internazionali, la strada è obbligata. Armarsi fino ai denti diventa così il primo comandamento. Indispensabile sia nel caso che esso avvenga in coordinamento con l’UE e gli altri Stati del Vecchio Continente – l’esercito europeo che vorrebbe Schlein, per coprire il proprio bellicismo con la foglia di fico di un pacifismo finto e altrettanto reazionario – sia che il governo Meloni, o quelli che verranno, decidano per una maggiore autonomia dall’UE dell’imperialismo nostrano. Un imperialismo, non dimentichiamolo!, che può vantare un potenziale industriale bellico di tutto rispetto, con Leonardo e Fincantieri a fare da capofila.
Possiamo essere certi che i 40.000 soldati in più saranno solo il primo passo: basti ricordare che la leva obbligatoria in Italia, con la legge 226 dell’agosto 2004, è stata solo sospesa, non abolita!
E non sottovalutiamo nemmeno la capacità di manovra delle istituzioni e dei partiti borghesi. Le classi dominanti hanno già dato prova di saper coniugare il razzismo di Stato e gli appelli a respingere la pretesa invasione di immigrati con il loro sfruttamento più feroce, magari ammantato di impegno per “l’integrazione”. Non è escluso, dunque, che nel prossimo futuro il rafforzamento dell’esercito passi anche attraverso provvedimenti per istituire canali di regolarizzazione dell’immigrazione attraverso l’arruolamento nelle Forze Armate, come avviene già negli USA con la concessione della green card a chi si arruola. Del resto, ci aveva già pensato negli anni ’80 il ministro socialista della difesa Lagorio: quando si dice vederci lungo…
La storia ha preso a correre in modo maledettamente veloce. Militarismo e guerra segnano la strada e prefigurano gli scenari futuri. Per i proletari, il ritardo da colmare è enorme, ma non esistono scorciatoie, se non la determinazione a organizzarsi e lottare.