Uno pescivendolo, l’altro operaio. Entrambi anarchici, ed immigrati italiani. Entrambi carcerati, processati, assassinati sulla sedia elettrica.
Carcerati, processati ed assassinati NON per errore ma proprio perché anarchici, sovversivi, militanti del movimento operaio americano.
Come al solito, intorno alla figura umana e politica di questi come di altri lavoratori rivoluzionari si è scatenata l’industria dell’affare, cercando di trasformarli in icone inoffensive, in vittime dell’errore giudiziario, in oggetti da usare per far film, canzoni, soldi.
A noi interessa, in questa epoca triste in cui l’intero mondo sembra darci torto, rivalutare l’esempio di militanti capaci di vivere e morire con dignità, con il rispetto delle proprie idee, con la capacità non mercantile di lavorare ad una prospettiva collettiva legata agli sforzi di altri compagni.
E di saper affrontare la repressione, ed anche la morte, a testa alta, con la certezza che “i morti sono loro!“, mentre il nome e l’opera di Nicola e Bartolomeo vivrà in eterno nella nostra rivoluzione.
23.8.’12
Combat