Scarica e leggi il Bollettino dei Ferrovieri contro la Guerra, agosto-settembre 2024
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Continua a leggerePubblichiamo qui di seguito l’elenco delle adesioni internazionali di solidarietà e sostegno al Polo Obrero e alla componente più combattiva del Movimento piquetero che al Polo Obrero fa riferimento, oggetto da mesi di un’aggressione politica, mediatica e giudiziaria promossa dal governo Milei, anzi dallo stesso Milei in prima persona. A seguire pubblichiamo l’ampio Dossier con cui il Polo Obrero confuta fin nei dettagli le accuse formulate dai magistrati contro il
Continua a leggereC’è stata nei giorni scorsi un’ampia consultazione sulla bozza di Manifesto proposta dai promotori delle assemblee on line del 21 luglio e del 4 agosto, e fatta circolare tra i partecipanti alle stesse. La grandissima parte degli organismi che hanno aderito a questa Rete ha accettato il testo così com’era; altri, invece, hanno presentato proposte di integrazione o di piccole specificazioni che abbiamo inserito, senza ovviamente modificare in nulla il
Continua a leggereIl riarmo giapponese recente[i] è la conclusione di un percorso che va dal “miracolo economico” degli anni ’80, grazie al quale il Giappone diviene il rivale economico numero uno degli Usa, alla stagnazione dei decenni successivi, mentre esplode la crescita economica e militare della Cina. Naturalmente sarebbe necessario aver presente almeno tutta la storia del ‘900,[ii] dalla sconfitta di Tsushima, inflitta dal Giappone imperiale alla Russia zarista nel 1905, attraverso
Continua a leggereRiportiamo due articoli di Izquerda Diario e del sindacato brasiliano CSP Conlutas sulla politica economica del governo Lula, presentato tuttora come “progressista” da certa sinistra, mentre è in realtà un governo alleato degli agrari, pronto a sacrificare servizi sociali, popolazioni indigene e tutela dell’ambiente ai loro interessi. Le borghesie dei BRICS, avide di profitti e sostenute dai loro governi, sgomitano per conquistarsi un posto al sole nel mercato mondiale sulla
Continua a leggereLe elezioni in Venezuela sono state seguite da diffuse proteste per brogli e da una sistematica repressione da parte del governo contro gli oppositori – oppositori per i quali, ovviamente, mai ha battuto il nostro cuore, sapendoli, come sono, la longa manus dell’imperialismo gringo ansioso di riprendere il pieno controllo del paese dopo un ventennio e più di chavismo e post-chavismo. Si è arrivati a queste elezioni in un clima
Continua a leggere[Italiano-English] La Cina è la prima o seconda potenza mondiale (a seconda di quali parametri si utilizzano). Dalla sua presenza e influenza è oggi impossibile prescindere in qualsiasi campo, dell’economia come della politica. Senza fragore ma con sistematicità lo Stato cinese, in parallelo con le imprese cinesi, è andato ampliando la sua sfera di influenza nel mondo, formando un proprio “campo” geopolitico concorrente con quello dei vecchi imperialismi occidentali +
Continua a leggereQuesto il link per la riunione di domenica 4 agosto, con inizio alle ore 10: https://meet.google.com/kot-gkjn-rpr Riportiamo qui di seguito la convocazione della riunione fatta alcuni giorni fa. Sappiamo bene di sfidare tutte le consuetudini consolidate nel chiamare una riunione in agosto e di domenica, ma nel momento in cui ci sono segnali di una volontà del governo Meloni di accelerare ulteriormente l’iter di esame nelle Commissioni del DDL 1660 Piantedosi-Nordio-Crosetto
Continua a leggerePubblichiamo la settima puntata della ricostruzione della storia della lotta di classe In Argentina, a cura di G. Giusti. Parte prima: I presupposti del “Cordobazo” Nelle rievocazioni storiche del periodo più “alto” fin’ora espresso dalle lotte del proletariato argentino (1960-’75) è abbastanza diffusa l’abitudine di datare l’inizio di tutto dal famoso “Cordobazo” del maggio 1969. Quando cioè, come vedremo, un’intera città (seconda come importanza alla sola Buenos Aires) si rivolta
Continua a leggereL’ondata di rivolte nelle università e nelle scuole che di recente ha travolto il Bangladesh porta alla ribalta un paese di giovani, che a migliaia si affacciano sul mercato del alavoro e a cui un governo clientelare corrotto ed autoritario offre solo manganellate e qualche palliativo nei posti del pubblico impiego. La prima scintilla delle forti e sanguinose proteste non ancora concluse in Bangladesh è scoppiata il 1° luglio nell’Università
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