SOLIDARIETÁ ALLA SOLLEVAZIONE DELLE DONNE E AI LAVORATORI DELL’IRAN

Ancora scontri nelle piazze di più di 85 città dell’Iran, l’ennesima rivolta. I media occidentali la presentano come una rivolta per i diritti civili, contro il velo, l’oppressione sulle donne. È anche questo naturalmente. Ma quello che si vuol nascondere è la protesta sociale, di classe, che da anni serpeggia nel paese contro una borghesia oppressiva e violenta che si fa “velo” di una ideologia religiosa. I disordini sono scoppiati

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Schiavi moderni

… Le “Stime globali sulla schiavitù moderna”[1] del 2021 indicano che ci sono circa 50 milioni di persone (49,6 milioni) in situazioni di schiavitù, costrette a lavorare contro la loro volontà o a sposarsi forzatamente, pari a 1/150 persone sul totale della popolazione mondiale. Le condizioni di schiavitù non sono transitorie, il lavoro forzato può durare anni, mentre il matrimonio forzato è, per la maggior parte dei casi, una condanna

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L’uso politico dell’ecologia

Dagli ampi studi scientifici di Marx, e in particolari da quelli riguardanti il rapporto – uomo-natura, l’ecologia, rileviamo qui alcuni punti fermi, utili a nostro avviso all’attuale dibattito sul cambiamento climatico. Punti di riferimento validi tanto nel caso che la tesi assunta sia che il cambiamento climatico in corso “è un prodotto dell’attività umana” oppure “un misto tra cicli ‘naturali’ e attività umana”, e sulle misure per contrastarlo. «L’universalità dell’uomo

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Tempo di disordini

Proponiamo il sunto di un articolo di German Foreign Policy, 5 settembre, sui rischi di disordini sociali paventati dalla borghesia a seguito del peggioramento delle condizioni di vita in un’alta percentuale di paesi, a seguito del forte aumento dell’inflazione, per energia e alimentari in particolare, con un’inflazione che supera il 6% in più dell’80% di tutti i Paesi del mondo, e con un CALO DEI SALARI DI CIRCA L’8%, SENZA PRECEDENTI negli ultimi

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Elezioni 2022: una squallida sarabanda in tempi di guerra – Tendenza internazionalista rivoluzionaria

Tutti insieme per esprimere, con Comunione e speculazione, la loro “passione per l’uomo”… Le campagne elettorali sono la fiera delle promesse insostenibili: un campionario di inganni, raggiri, menzogne, truffe di là da ogni immaginazione. Ma la campagna elettorale in corso, dominata com’è dall’essere nel mezzo di una crisi epocale del sistema capitalistico, è più truffaldina della media. Con una guerra in Ucraina dalla durata illimitata in corso (e altre all’orizzonte), con

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Il 23/7 manifestazione nazionale a Piacenza. Aldo, Arafat, Bruno, Carlo, Fisal, Issa, Riadh e Roberto: liberi subito

Pubblichiamo il comunicato del SI Cobas sull’arresto dei compagni avvenuto martedì scorso, e ci uniamo all’invito a partecipare alla manifestazione di sabato 23 a Piacenza. All’alba di martedì, su mandato della procura di Piacenza, la polizia ha messo agli arresti domiciliari e disposto altre misure cautelari per otto dirigenti nazionali e locali del SI Cobas e della USB operanti da anni nel settore della logistica. A questi si aggiungono decine

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Arrestati dirigenti nazionali del SI Cobas: un nuovo, pesantissimo attacco repressivo contro il sindacato di classe e le lotte dei lavoratori

Pubblichiamo il comunicato rilasciato oggi (martedì 19 luglio 2022) dal SI Cobas sull’ultima azione repressiva dello stato contro il sindacato di base. All’alba di stamattina, su mandato della procura di Piacenza, la polizia ha messo agli arresti domiciliari il coordinatore nazionale del SI Cobas Aldo Milani e tre dirigenti del sindacato piacentino: Mohamed Arafat, Carlo Pallavicini e Bruno Scagnelli. Le accuse sono di associazione a delinquere per violenza privata, resistenza

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Il Giappone dopo ABE

Come era prevedibile, le elezioni in Giappone per il rinnovo di metà dei voti della Camera Alta (nota 1) hanno favorito i partiti conservatori. È il previsto “effetto ABE”, cioè la conseguenza dell’assassinio venerdì 8 luglio dell’ex premier Shinzo Abe da parte di Tetsuya Yamagami. La vicenda ha suscitato grande dibattito, non solo in Giappone, ma nel mondo, non tanto per gli esiti elettorali, ma per le possibili conseguenze sulla

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