Ahmadinejad minaccia l'Europa: «Relazioni a rischio»

A. Cop. Nucleare iraniano: i Paesi del Consiglio di Sicurezza più la Germania non trovano un’intesa sulle sanzioni   Trattative e minacce. Prosegue a strattoni, ancora ieri, la disputa Iran-Occidente sull’arricchimento dell’uranio: energia nucleare per usi civili, assicura Teheran; primo passo per la costruzione di armi atomiche, temono Europa e Stati Uniti. Trattative a Parigi, dove i «5 + 1» (i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza Onu più

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Gates: «In Iraq non stiamo vincendo»

Ennio Caretto Dopo l’audizione al Congresso, il sì alla nomina atteso già oggi. Baker alla Casa Bianca illustra il suo rapporto Il neo ministro della Difesa conquista i democratici. «Negoziamo con Damasco e Teheran» WASHINGTON — George W. Bush voleva «occhi freschi» al Pentagono e li ha avuti. Nella testimonianza alla Commissione Forze Armate del Senato che ieri notte ha poi approvato all’unanimità la sua nomina, il futuro ministro della

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Prodi: «Dialogo con Damasco Osservatori tra Libano e Siria»

Maurizio Caprara Approccio graduale per affrontare la crisi del Medio Oriente. «È l’ora dei piccoli passi» «Garantire l’ebraicità di Israele e uno Stato palestinese» ROMA — Affinché una spinta europea alla ripresa di un processo di pace in Medio Oriente eviti di produrre una bolla di sapone o, all’opposto, l’effetto di un elefante nella cristalleria di equilibri precari, Romano Prodi sta cercando di individuare un sentiero meno clamoroso, ma più

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La micidiale Woodstock libanese

ANTONIO FERRARI FILOSIRIANI IN PIAZZA   Lo scontro fra Hezbollah e il governo libanese, fomentato da SIRIA e IRAN ma nato dalla recente storia del LIBANO, rischia di precipitare il paese (se non tutto il Medio Oriente) in un scontro sanguinoso. PRODI e MUBARAK vogliono il dialogo con la SIRA: sanno che lo scontro è troppo rischioso. La piazza di Beirut regala un’immagine surreale. Sembra una Woodstock tutta libanese, con

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«Così il Partito di Dio si infiltra nell'esercito»

Guido Olimpo L’INTELLIGENCE L’Hezbollah si sta infiltrando nell’esercito libanese. Un rapporto riservato, preparato dalle forze armate di Beirut alla fine dell’estate, segnala la presenza di oltre cento militanti dell’Hezbollah nei reparti più avanzati. Una quinta colonna composta da semplici soldati come da alti ufficiali. Nel dossier si indicano in particolare due generali accusati di informare in modo costante il partito di Dio. Una missione favorita dalla composizione delle forze armate.

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Beirut, assedio al palazzo del governo

Francesco Battistini Siniora si difende: Nasrallah vuole solo evitare il tribunale Onu sull’omicidio Hariri, di cui è ritenuta responsabile Damasco In migliaia rispondono all’appello dell’Hezbollah e invadono la capitale: «Via il premier» BEIRUT — Dimezzato, contestato, blindato e probabilmente un po’ spaventato, alle quattro un omino pallido e lontano sposta una tenda chiara, al primo piano del Gran Serraglio. Fa per affacciarsi. Quasi un milione di persone lo vede, la

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Maliki: a giugno la sicurezza in mani irachene

Ennio Caretto Vertice ad Amman tra il presidente e il premier. La Commissione Baker: disimpegno Usa a partire dal 2007 Bush: «No al ritiro, acceleriamo il passaggio di consegne a Bagdad» AMMAN – Snobbato mercoledì dal premier iracheno Maliki furioso per le critiche rivoltegli dalla Casa Bianca, spiazzato ieri dal rapporto Baker, che secondo anticipazioni del New York Times consiglia che il disimpegno americano inizi l’anno prossimo, il presidente Bush

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"Gerusalemme prepara nuove trattative ma i palestinesi fermino gli attacchi"

Parla Aaron Abramovich, direttore generale del ministero degli Esteri israeliano In Libano è chiaro cosa sta succedendo: Iran e Siria vogliono che Hezbollah conquisti il paese, se tornano ad armarsi destabilizzeranno tutta la regione AARON ABRAMOVIC (capo diplomazia israeliana): siamo disposti a trattare coi palestinesi, ma prima riconoscano accordi di Oslo e fermino terrorismo. Il riarmo di Hezbollah è una minaccia per noi e il governo libanese. ROMA – Aaron

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Convinciamo i ribelli a suon di dollari

NIALL FERGUSON   (Traduzione Rita Baldassarre)  Per chiudere la guerra civile in IRAQ bisogna: offrire contropartite economiche agli iracheni che lasciano le armi assicurarsi (col denaro) l’appoggio degli sceicchi delle etnie puntare sull’ONU e sulle potenze coinvolte in Medio Oriente Dal punto di vista storico, è facile capire che cosa è andato storto in Iraq: truppe insufficienti in campo subito dopo la caduta di Saddam Hussein; soldi insufficienti per invogliare la

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Gli europei contro gli Usa: no ai rinforzi in Afghanistan

Nasce «un gruppo di contatto» per risolvere la crisi a Kabul Ma nelle emergenze si potranno spostare le truppe Nato Dal vertice di Riga via libera alla Serbia nell’Alleanza Vertice NATO: gli europei bocciano l’invio di truppe nelle zone calde dell’AFGANISTAN, ma procedono nell’allargamento NATO a CROAZIA, ALBANIA e MACEDONIA (purché la NATO resti solo militare). RIGA — Sulla carta, quella delle «dichiarazioni finali», tutti i 26 Paesi della Nato

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