…come al solito in preda al “raptus” programmato, dopo aver “perso la testa” prima per “amore” e poi per lo scuorno di essere stato mollato.
Una volta, secondo i dettami di S.Madre Chiesa, solo la morte naturale ci poteva separare, a noi donne e uomini. Adesso, sempre piu’ spesso, si riccorre a coltelli e pistole contro coloro che accelerano la pratica: le donne.
Piccole e diffuse storie ignobili di soprusi ed assassini, di maniaci e stalking, di repressi e frustrati che trovano nello sfogo femminicida la vendetta all’espropriazione del proprio dominio.
Le “notiziole”, quando bucano il silenzio stampa, vengono mutuate e condite in salsa sociologica, magari insaporite da qualche morbosa inchiesta all’Italiana a soddisfare curiosità ed a liberare coscienze.
Fidanzati, fratelli, padri, mariti, amanti, tutti accomunati dalla perdita del possesso e dalla volontà di vendetta, per rendere eterno, nella fissità della morte, la “sua” fidanzata, la “sua” sorella, la “sua” figlia, la “sua” amante, la “sua” moglie.
L’assioma dominante è che la conquistata “libertà” femminile innervosisca a tal punto gli uomini da portarli al gesto estremo.
A parte l’oggettivo, e forse non casuale, giustificazionismo di questa tesi, ma è poi vero che le donne, oggi, sono piu’ libere?
E, se si, di che libertà si tratta?
Di certo, sono sempre piu’ “libere” di morire ammazzate!
Di certo, in questa società, l’indipendenza femminile viene tradotta in scalata sociale ed in competizione tra i sessi e nello stesso sesso, con grave disappunto maschile, vera “primadonna” da sempre, abituato al potere assoluto e millenario.
Probabilmente, causa di tutto ciò, è la tendenziale fine della famiglia e dei rapporti ad essa collegati, sempre piu’ inutilizzabili dentro la ridefinizione capitalistica di ruoli e funzioni, comunque utili e funzionali al perpetuamento dello sfruttamento e dell’oppressione.
Probabilmente, le macerie della vecchia famiglia patriarcale e borghese, architrave sociale ed entità economica centralizzata, coadiuvata dall’ideologia cattolica del “finchè morte non vi separi”, non riescono a produrre ancora un nuovo modello di rapporti e convivenza sociale e sentimentale, perché costretti e soffocati nella logica del capitale.
Ancora una volta, piu’ che di “libertà ed indipendenze” di plastica, altra faccia della repressione mortale maschile, dovremmo volgere lo sguardo e l’azione verso processi di liberazione e di vita, di eguaglianza e di giustizia, vera base di ogni futuro sviluppo nel rapporto tra gli esseri viventi.
CombaThelma